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Intorno agli anni 70 dello scorso secolo, a Travo (Piacenza), nasce la sezione del G.A.E.O, Gruppo Archeologico Emilia Occidentale aderente ai Gruppi Archeologici Italiani.

Sotto la guida dell' archeologa Dott.ssa Sandra Biella, una dozzina di amici, desiderosi di trovare le testimonianze del passato della media Valtrebbia, esplorano nei fine settimana tutti quei luoghi, spesso segnalati dai contadini, con testimonianze materiali di antiche culture.

Le ricognizioni danno subito risultati soddisfacenti, tanto che iniziano le segnalazioni alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna; ma è la scoperta, nel 1981, di una capanna del Neolitico Medio (4600 a.C) appartenente alla Cultura dei vasi a bocca quadrata sotto alle fondamenta della nuova filiale della Cassa di Risparmio di Travo, in Via Anguissola, che dà il via agli scavi scientifici, diretti dalla dottoressa Maria Bernabò Brea.

I risultati dello scavo si vedono già nell’estate del 1982, quando viene allestita la mostra archeologica “Il Primo Neolitico di Travo”.

Sull’onda dell’entusiasmo dei ritrovamenti avviene la più emozionante scoperta: in un campo di  S.Andrea, il terreno smosso per la posa di una fognatura restituisce ceramica e selce: si scaverà nel 1983 portando alla luce un tratto della trincea perimetrale di fondazione di una capanna rettangolare appartenente al Neolitico Recente (3700-4300 a.C); lo scavo riprenderà nel 1988 e rivelerà la planimetria di un grande edificio dalla superficie di circa 100 mq. Da notare che nello stesso campo e sempre grazie allo scavo della fognatura viene trovato anche un lembo di acciottolato con ceramica appartenente all’età del Rame.

La capanna rettangolare di S.Andrea, per gli archeologi, è un ritrovamento importantissimo, che induce  la Dott.ssa Bernabò Brea a tenere d’occhio la Val Trebbia e da allora il rapporto con la Soprintendenza si fa più stretto: occorre fornire mano d’opera gratuita per la campagna annuale di scavo e preoccuparsi, oltre che a trovare finanziamenti (grazie al contributo dall’ente Fondazione di Piacenza e Vigevano), anche dell’organizzazione delle campagne estive di scavo.

Nel 1985 quel nucleo di persone appassionate, sulla scorta dei risultati raggiunti, costituisce l’attuale Associazione “Gruppo di Ricerca Culturale La Minerva di Travo”. La titolazione a Minerva nasce per la presenza nel territorio di Travo del santuario romano dedicato alla dea.

Iniziato tutto un po’ alla chetichella, il lavoro dell’Associazione si fa sempre più denso di impegni:  occorre continuare la ricerca nel territorio, lavare i reperti, siglarli, schedarli, disegnarli.

Accanto al lavoro dei volontari della Minerva iniziano ad arrivare e sono impegnati negli scavi anche studenti di varie Università.

Intanto nel 1984 o1985 e 1985 o 1986 un’ importante  memoria del Neolitico Antico sarà scavata a Casa Gazza.

Inoltre, nel 1986, il Gruppo si impegna nello scavo archeologico al Groppo di Vaccarezza (Bobbio), abitato dal Neolitico al Medio Evo.

Negli anni 1990-91, in paese, in seguito a escavazioni per costruire la piscina comunale, il Gruppo individua  testimonianze relative ad un abitato ascrivibile alla media Età del Bronzo (XVI secolo a.C) e anche qui la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna interviene con uno scavo d’emergenza.

IL neolitico però la fa da padrone e il Gruppo torna ancora una volta a cercare il Neolitico Medio a Casa Gazza nel 1994.

Nel 1995, nuovamente a S.Andrea, in un’area posta ad una cinquantina di metri a nord della prima capanna ritrovata, riprendono gli scavi e nel prosieguo degli anni appaiono planimetrie di 6 edifici e vengono alla luce una notevole quantità di strutture pertinenti il medesimo insediamento: si tratta del primo ritrovamento di case del Neolitico di forma rettangolare in Italia Settentrionale. Viene scoperto un vero e proprio villaggio organizzato dalle dimensioni di circa un ettaro.

La Cultura a cui appartiene il villaggio scoperto prende nome dal sito eponimo francese di Le Camp de Chassey; la Cultura, cosiddetta chasseana si è diffusa in Francia in un esteso arco cronologico compreso tra il 4400 e il 3300 a.C, durante il quale ha esteso la sua influenza in buona parte dell’Italia centro settentrionale.

Grazie all’interessamento della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna sono stati datati, con il metodo del carbonio14, alcuni dei carboni, rinvenuti durante le fasi di scavo da diverse strutture (Visentini et Al. 2004).

Attualmente la Soprintendenza nella persona della Dott.ssa Maria Bernabò Brea collabora con il Prof. Alain Beeching dell’Università di Lione al progetto di studio del villaggio neolitico di S.Andrea di Travo.

Nell’Ottobre 2006 il Gruppo organizza presso la sede della Biblioteca comunale di Travo la riunione scientifica internazionale intitolata “Minerva Medica in Valtrebbia” con relativa pubblicazione degli atti.

I frutti concreti di tutti gli anni dedicati alla ricerca e allo studio del territorio sono visibili presso il Museo Archeologico allestito in tre sale del Castello Anguissola di Travo, inaugurato nel 1997 e nel Parco Archeologico di S.Andrea di Travo, inaugurato in Settembre 2006.

Per i primi animatori del gruppo archeologico sono trascorsi parecchi anni e molti di essi hanno lasciato posto ad alcuni giovani che continuano le attività di ricerca e di studio.





 
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