Sotto la guida dell' archeologa Dott.ssa Sandra Biella, una dozzina di amici, desiderosi di trovare le testimonianze del passato della media Valtrebbia, esplorano nei fine settimana tutti quei luoghi, spesso segnalati dai contadini, con testimonianze materiali di antiche culture.
Le ricognizioni danno subito risultati soddisfacenti, tanto che iniziano le segnalazioni alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna; ma è la scoperta, nel 1981, di una capanna del Neolitico Medio (4600 a.C) appartenente alla Cultura dei vasi a bocca quadrata sotto alle fondamenta della nuova filiale della Cassa di Risparmio di Travo, in Via Anguissola, che dà il via agli scavi scientifici, diretti dalla dottoressa Maria Bernabò Brea.
I risultati dello scavo si vedono già nellestate del 1982, quando viene allestita la mostra archeologica Il Primo Neolitico di Travo.
Sullonda dellentusiasmo dei ritrovamenti avviene la più emozionante scoperta: in un campo di S.Andrea, il terreno smosso per la posa di una fognatura restituisce ceramica e selce: si scaverà nel 1983 portando alla luce un tratto della trincea perimetrale di fondazione di una capanna rettangolare appartenente al Neolitico Recente (3700-4300 a.C); lo scavo riprenderà nel 1988 e rivelerà la planimetria di un grande edificio dalla superficie di circa 100 mq. Da notare che nello stesso campo e sempre grazie allo scavo della fognatura viene trovato anche un lembo di acciottolato con ceramica appartenente alletà del Rame.
La capanna rettangolare di S.Andrea, per gli archeologi, è un ritrovamento importantissimo, che induce la Dott.ssa Bernabò Brea a tenere docchio la Val Trebbia e da allora il rapporto con la Soprintendenza si fa più stretto: occorre fornire mano dopera gratuita per la campagna annuale di scavo e preoccuparsi, oltre che a trovare finanziamenti (grazie al contributo dallente Fondazione di Piacenza e Vigevano), anche dellorganizzazione delle campagne estive di scavo.
Nel 1985 quel nucleo di persone appassionate, sulla scorta dei risultati raggiunti, costituisce lattuale Associazione Gruppo di Ricerca Culturale La Minerva di Travo. La titolazione a Minerva nasce per la presenza nel territorio di Travo del santuario romano dedicato alla dea.
Iniziato tutto un po alla chetichella, il lavoro dellAssociazione si fa sempre più denso di impegni: occorre continuare la ricerca nel territorio, lavare i reperti, siglarli, schedarli, disegnarli.
Accanto al lavoro dei volontari della Minerva iniziano ad arrivare e sono impegnati negli scavi anche studenti di varie Università.
Intanto nel 1984 o1985 e 1985 o 1986 un importante memoria del Neolitico Antico sarà scavata a Casa Gazza.
Inoltre, nel 1986, il Gruppo si impegna nello scavo archeologico al Groppo di Vaccarezza (Bobbio), abitato dal Neolitico al Medio Evo.
Negli anni 1990-91, in paese, in seguito a escavazioni per costruire la piscina comunale, il Gruppo individua testimonianze relative ad un abitato ascrivibile alla media Età del Bronzo (XVI secolo a.C) e anche qui la Soprintendenza per i Beni Archeologici dellEmilia Romagna interviene con uno scavo demergenza.
IL neolitico però la fa da padrone e il Gruppo torna ancora una volta a cercare il Neolitico Medio a Casa Gazza nel 1994.
Nel 1995, nuovamente a S.Andrea, in unarea posta ad una cinquantina di metri a nord della prima capanna ritrovata, riprendono gli scavi e nel prosieguo degli anni appaiono planimetrie di 6 edifici e vengono alla luce una notevole quantità di strutture pertinenti il medesimo insediamento: si tratta del primo ritrovamento di case del Neolitico di forma rettangolare in Italia Settentrionale. Viene scoperto un vero e proprio villaggio organizzato dalle dimensioni di circa un ettaro.
La Cultura a cui appartiene il villaggio scoperto prende nome dal sito eponimo francese di Le Camp de Chassey; la Cultura, cosiddetta chasseana si è diffusa in Francia in un esteso arco cronologico compreso tra il 4400 e il 3300 a.C, durante il quale ha esteso la sua influenza in buona parte dellItalia centro settentrionale.